LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 8 giugno 2009


ANNULLATO L'INCONTRO DI DOMANI MATTINA
TRA AMMINISTRAZIONE E OO.SS.


VERGOGNA!!!

Convocate le OO.SS domani 09/06 ore 10:30, presso la sala riunioni VI piano, sede di via Brancati. Partecipiamo numerosi...devono sentire che ci siamo...
che non siamo morti!!!

Berlusconi, i precari e le mancate verità

Siamo qui per commentare la tornata elettorale, siamo giovani e precari, senza soldi e straordinari. Siam felici e siam contenti anche se i più esposti ai venti. Senza cassa integrazione mangi solo a colazione, ma siam giovani, che importa. Con Silvio anche per noi, prima o poi, ci sarà una fetta di torta. Passerà questa nottata per l’Italia disastrata?

di Carlo Cipiciani (Comicomix) - Sì, eccoci qua. Assistiamo attoniti al mezzo tonfo elettorale del popolo della libertà. E’ attonita la casalinga di Voghera, è attonito il commerciante di Ladispoli, è attonito il terremotato dell’Aquila, è attonito il picciotto di Corleone. E sono attoniti tutti i precari e le precarie d’Italia. Tutti uniti, dalle Alpi a Capo Passero, in attesa delle parole del nostro grande leader, del nostro premier, del nostro imperatore: Silvio Berlusconi. Abbiamo assistito ai complotti internazionali, campagne di stampa orchestrate ad arte, calunnie vergognose. Convinti che il nostro premier dice sempre e solo la verità. Era vero che non conosceva Noemi, ma solo suo padre, la vera eminenza grigia di Forza Italia. Era vero che non era vero che era un’eminenza grigia, ma solo uno che incontrava per parlare di calcio, ma che mai aveva visto la figlia senza di lui. Era vero che non era vero che non aveva mai visto Noemi da sola, ma che invece l’aveva invitata alle sue feste private, ma erano cose innocenti. Era vero che non era vero che erano cose innocenti, che c’erano decine di ragazze seminude, ma lui non era mai stato da solo con lei e comunque nulla di piccante. Era vero che a L’Aquila tutti hanno già la casa. Insomma, era tutto vero: il premier non può mentire, mai. Se lo facesse, dovrebbe dimettersi. Lo sanno e ci credono le migliaia e migliaia di giovani ragazze e ragazzi: quelli che stanno nei call center per ore a telefonare a tizio e caio per vendere qualcosa, quelli che lavorano a progetto per la Pubblica Amministrazione, i co.co.co che si arrabattano di contratto in contratto, senza sapere se domani lavoreranno ancora, qui o altrove, i consulenti disperati e super sfruttati, insomma i giovani precari. Neanche loro volevano credere alle vergognose menzogne della sinistra, dei sindacati, della stampa straniera. Non volevano credere a chi diceva che l’articolo 19 del decreto legge 185/2008 stabilisca che l‘erogazione di una somma a favore dei collaboratori a progetto che abbiano perso il lavoro sia una tantum, e che l’articolo 7-ter della legge 33/2009 determini questa una tantum in una somma variabile da 1.000 a 2.764 euro. Ovviamente, solo per il 2009 e rispondendo a determinati requisiti: il precario sia bello, ricco, proprietario di 3 case, di una Ferrari e sia fidanzato con una velina (o un calciatore). Non volevano crederci. Perché lui, Silvio, il capo, il premier, lo ha detto a Porta a Porta: i precari hanno la Cassa Integrazione. Doveva essere vero. E il Governatore di Banca d’Italia Draghi che pochi giorni fa ha affermato che ci sono un milione e seicentomila precari senza nessuna copertura, è un falso: “La sua informazione sui precari non corrisponde alle cose che emergono dalla nostra conoscenza della realtà italiana” ha detto Berlusconi a Radio anch’io. Se lo dice lui è vero perché lui non può mentire. Poi lo sanno tutti che Draghi è un inguaribile comunista, un pessimista, uno che si fa influenzare dalla stampa estera o dalla propaganda del Pd, come la signora Veronica Lario. E non è vero neppure che Berlusconi ha detto pochi giorni fa che le considerazioni di Banca d’Italia erano “berlusconiane“. Ma non è vero, lui non mente mai. Tutti sono “potenzialmente coperti“, come ha ricordato il ministro Sacconi: lavoratori subordinati, contratti a termine, apprendisti, lavoratori interinali, dipendenti del commercio. Tutti potenzialmente coperti, a patto appunto che corrispondano ai requisiti richiesti, che i soldi siano sufficienti e che nevichi a ferragosto. Se molti restano concretamente scoperti non è importante, non è mica colpa di nessuno. E i giovani precari sono sempre stati convinti che lui non dice mai una bugia. Casomai, “una mancata verità che prima o poi succederà“. Però forse cominciano ad avere qualche dubbio. Forse anche la casalinga di Voghera che non riesce più a pagare le bollette, il commerciante di Ladispoli sull’orlo del fallimento, il pensionato di Molfetta che non ha diritto alla Social card perché prende l’accompagnamento, l’operaio che ha perso il posto di Rovereto, il picciotto di Corleone, la terremotata in tenda de L’Aquila cominciano ad avere qualche dubbio. E cominciano ad essere stanchi di aspettare, come il milione e seicentomila precari senza lavoro e senza tutele. Cominciano ad avere dubbi sulle “mancate verità”. Non sono più così sicuri che si avvereranno tutte, prima o poi. Per questo cominciano a dubitare delle mancate verità, e intanto assistono al mezzo tonfo elettorale dell’imperatore. Perché le bugie hanno le gambe corte (come lui), il naso lungo (come lui). E nell’Italia del 2009 possono anche non far vincere le elezioni. E magari anche far declinare un’avanzata inarrestabile. Aspettando che passi a’ nuttata, la notte più lunga di questo paese. Forse prima o poi passerà, non importa se ci vorranno sei mesi, 3 anni o un po’ di più. Prima o poi, passerà. Prima o poi succederà: lo ha detto anche lui, che bisogna essere ottimisti. Così, in attesa che torni a sorgere il sole, anche le promesse da marinaio possono far male all’imperatore. Noi vogliamo provare a crederci: non costa nulla, e aiuta ad inghiottire i bocconi amari della vita.

Brunetta manda a quel paese il sindacato

Del pubblico impiego in questa legislatura se n'è detto peste e corna. Il ministro della funzione pubblica ha saputo, fino ad oggi, gettare solo fango su quella categoria che "indegnamente" rappresenta in parlamento e che pubblicamente vilipende ad ogni occasione. Ma mai nessuno, nè la stampa, nè il governo, nè tantomeno il sindacato hanno mai speso una parola di disapprovazione contro le folli esternazioni di mister br: un cane sciolto, nella fattispecie un "bassotto-inviperito", libero di abbaiare quando, come e dove vuole, assolutamente "offensivo" nei confronti degli Statali, ma del tutto "inoffensivo" quando si tratta di ...mordere realmente i veri problemi che affliggono la P.A.! Ma adesso che mister br ha mandato pubblicamente a quel paese non solo la Cgil, ma l'intero sindacato, l'altra casta, il sindacato per l'appunto, qualcosina comincia a muoversi: «Arroganza gratuita a cui rispondere con le ragioni del lavoro». Con queste parole il segretario generale della Cisl bresciana Renato Zaltieri ha risposto alla polemica nata in questi giorni fra i vertici nazionali dell'organizzazione sindacale e mister br: «Spiace che un Ministro della Repubblica abbia comportamenti così incivili - precisa Zaltieri in una nota - la questione non è il linguaggio di Brunetta, ma la sua incapacità al confronto e al dialogo. Brunetta mi è passato vicino. Gli sono andato incontro e mi sono presentato: buongiorno, sono Zaltieri, segretario della Cisl di Brescia. Lui mi ha apostrofato così: "Il tuo segretario mi ha offeso, mi ha detto che sono democraticamente maleducato". Gli ho replicato, dandogli anche io del tu: sì, c'ero anche io al congresso, e ho votato per Bonanni, ma non rispondo personalmente di tutto quello che dice il mio segretario. Lui mi ha fatto presente che, quando ha parlato al congresso del pubblico impiego, ha ricevuto 47 applausi. Lo vedi - gli ho fatto notare - questo dimostra che non c'è alcun pregiudizio da parte della Cisl. Basta rapportarsi di più con il sindacato, e magari certe cose si possono evitare. A questo punto Brunetta ha concluso la conversazione dicendomi: "Vaffanculo tu e il sindacato"! Erano presenti due giornalisti di Brescia. Io li ho pregati di non scrivere sul giornale quello che avevano sentito, ma loro l'hanno scritto lo stesso...».